Tracce | Looking for a place to die
di e con Sara Capanna, Barbara Carulli, Michele Scappa
musiche originali Joaquín Nahuel Cornejo
luci Paolo Pollo Rodighiero
coproduzione Anghiari Dance Hub e Company Blu
con il sostegno di Armunia
durata 25 minuti
progetto vincitore del Premio Theodor Rawyler 2022
«Quella che sono stata una volta non si ricorda più di quel che sono adesso […] parlatemi della morte, della fine di tutto, affinché io senta una ragione per ricordare…»
Il marinaio, F. Pessoa
Le tracce sono degli indizi di uno stato precedente, delle piccole quantità residue, dei segnali che permettono di ricostruire una traiettoria. Possono essere cercate, trovate, lasciate, percorse e ricordate. Sebbene ogni traccia sia unica e originale, ciascuna di esse ha la caratteristica di essere inevitabile. Queste prime riflessioni sul termine “tracce” hanno orientato lo sviluppo di una qualità corporea verso una gestualità anarchica, che fosse pronta a fare, disfare e, dunque, trasformare le norme regolatrici dell’architettura (spaziale e temporale) entro la quale si sviluppa la danza. Una danza che vive nell’istante, che potrebbe essere già stata o che potrebbe esistere, che può solo essere ricordata o immaginata. Come durante un sogno, i corpi si (con)formano in figure, che sfuggono all’accecamento luminoso esponendosi al buio, abitando i margini e i confini – dei “vuoti polverosi”- attraverso differenti ritmicità.
I corpi danzanti, mettendo in discussione i propri punti fermi e distaccandosi da ciò che è a loro noto, vivono una continua ricerca di senso e consenso di movimento che passa attraverso la scelta. Un viaggio alla ricerca di un con-vivere e di un con-morire: una crisi attraversabile con il gioco della matassa, descritto da Donna Haraway “tramite grovigli e zigzag che necessitano di passione e di azione, di momenti di stasi e di mosse improvvise, di ancoraggio e di slancio”.
Tracce | Looking for a place to die è un atto estremamente vitale, è la costante generazione di nuove possibilità, sulle quali si può far luce solo stando nel buio, proprio come il forte bagliore emanato dalla morte di una stella.
ph. Chiara Tavernesi