Swan
Vetrina della giovane danza d’autore
di Gaetano Palermo
con Rita Di Leo
sound design e tecnica Luca Gallio
assistenza artistica Michele Petrosino
costumi Gaetano Palermo
amministrazione KLm prosthetics Crea Fx
produzione La Biennale di Venezia
con il supporto di Casa della cultura Italo Calvino, H(ABITA)T – Rete di Spazi per la Danza, Associazione QB Quanto Basta
creazione vincitrice di Biennale College Teatro – Performance site-specific e Danza Urbana XL 2024
durata 30 minuti
Swan è una performance per spazi pubblici che si ispira all’assolo La morte del cigno che Michel Fokine coreografò per Anna Pavlova nel 1901. Da questo prende le mosse un lavoro che oltrepassa le tradizionali definizioni di danza e di teatro e che utilizza la pratica sportiva mettendola a tema sul piano formale e concettuale. La scena è una scena qualunque: una giovane ragazza sui pattini si allena ascoltando della musica in cuffia e si riprende live con il proprio cellulare. Come rinchiusa in una bolla, si libra con trasporto e ostinazione in traiettorie ellittiche ritornanti. Il solipsismo che le compete è quello dell’esercizio sportivo, dell’intimità esibita del rapporto con il proprio corpo, le proprie possibilità e i propri limiti. Esistenza come insistenza: l’azione si reitera in figure sempre più ardite divenendo prova di resistenza, al contempo fisica ed esistenziale. Il soggetto è la caduta, la ferita, lo strappo muscolare di un’umanità in fuga da sé stessa, che ruota narcisisticamente in bilico sul proprio asse in cerca di uno spettro di identità e affermazione. Swan è infatti il ritratto della vita in tutta la tragica banalità di una coazione a ripetere. Il baluginio di una natura morta sempre sorgente. Dell’esistenza come esercizio grottesco di morte, al di là di ogni salvazione.
ph. Andrea Avezzù