
Sarajevo – La strage dell’uomo tranquillo (studio)
idea e creazione Gennaro Andrea Lauro
assistenza Elisabetta Lauro
disegno luci Gaetano Corriere
co-produzione Sosta Palmizi (Italia)
sostenuto da Impasse/Cie Greffe (Genève), Dansomètre (Lausanne), Lo Studio (Bellinzona), La Ménagerie de Verre (Paris)
Finalista al premio Equilibrio 2018
“Un solo per non essere solo”.
Ci ritroviamo immersi in una guerra senza nome né definizione. La attraversiamo e ne siamo attraversati, benché non sappiamo darle un nome. Eppure ci riguarda. La nostra vita quotidiana è perlopiù piegata a una silenziosa allerta e circospezione: il nostro tempo di pace non è affatto pacifico, ma nervoso, isterico e diffidente. Cos’è la guerra: è quel che accade al di fuori? nei giornali? nei campi di battaglia, nelle nostre case, in noi stessi? Quante sono le forme della guerra? O è piuttosto una sola e medesima cosa? È quanto accade fuori di noi ad avere un effetto sulla nostra maniera di essere, o è forse il contrario?
Come individui siamo soli: professionalmente soli, emotivamente soli, fisicamente soli, socialmente soli (un ossimoro ormai reale). Un dopoguerra, però, è forse possibile: una volta che il disastro dell’umanità è assodato e tutto è da ricostruire, potersi ritrovare, accanto e meno soli, in un concreto sforzo fisico, al di là delle solitudini e della paura, perché la paura stessa ha bisogno di un mondo. Come posso essere meno solo attraverso un solo?
Non esiste uno spazio né un tempo ulteriore per essere umani. Il paradiso è una forma del momento presente. *** A volte mi trovi
nella stanza a impazzire con gli spettri, perché mia madre mi ha detto di essere gentile con tutti. Eppure, non sono il Messia che
ho pensato a lungo di essere, ma non è forse mio compito cercare comunque la verità? Non tutti ne verremo abbagliati. La luce esiste anche là dove non risplende. L’illusione dell’eclissi: siamo noi a nasconderci alla luce nascosta. Eppure, è con piacere, lo sai? che quella notte di fine estate sono morto a Sarajevo.