![Valeria Nappi e Marianna Moccia | Room 22](http://www.cantieridanza.it/festivalammutinamenti/files/2022/07/room_22_nappi-moccia_2_72dpi.jpg)
Room 22
** causa maltempo lo spettacolo è spostato alle ore 20 alle Artificerie Almagià.
coreografia e performer Marianna Moccia, Valeria Nappi
assistente alla coreografia Maria Anzivino
consulenza drammaturgica Martina di Matteo
musiche Villa-Lobos, Nine inch nails, Luz Casal
foto e video Michel Liguori
produzione FUNA
con il sostegno di ArtGarage – L’Asilo
durata 20 minuti
spettacolo vincitore del bando Danza Urbana XL 2022
“Solo ciò che galleggia – solo ciò che si mostra – solo ciò che si dice – è. Ciò che non viene all’evidenza –- ciò che rimane immerso nel silenzio – se mai l’ha avuta, perde l’occasione d’essere, deperisce, sprofonda, s’intorbida, s’intossica, e infine crepa.”
Blanchot, Lo spazio letterario
Room 22 è un progetto nato dalla convivenza forzata h 24 durante il lockdown del marzo 2020 tra le danzatrici e performer Marianna Moccia e Valeria Nappi. Partendo dalla costrizione di uno spazio limitato – che nella pièce è simbolicamente riconducibile all’oggetto dello sgabello – si indaga il concetto di comunicazione tra gli individui nel tempo del distanziamento sociale.
La volontà è quella di disegnare e rendere visibile lo spazio interiore – una stanza nel mondo – che le due performer costruiscono tentando di rimanere in equilibrio e in connessione tra loro nonostante la distanza fisica. A ogni tentativo di comunicazione i corpi si coordinano nel costruire una nuova armonia, ma il limite dello spazio – inteso come lontananza – lo rende impossibile decostruendo il gesto fino a renderlo esasperato, vuoto.
Solo nel momento in cui i due corpi trovano il contatto fisico, valicando i confini della solitudine, e lo spazio torna a essere profondo, le due performer riescono a unirsi in una danza d’insieme simbolo della più primordiale forma di linguaggio e di comunicazione universale.
“Noi ci tocchiamo. Con che cosa? Con dei battiti d’ali. Con le lontananze stesse ci tocchiamo.”
R. M. Rilke