DAUGHTERS
Vetrina della giovane danza d’autore
♦ repliche ore 17.30, 18 e 18.30
ideazione, scritti, movimento Teodora Grano
composizione sonora Massimo Pupillo
supporto artistico e complicità Arianna Lodeserto (editor), Marco Calzolari (proiezioni), Daria Greco (movement research)
con il sostegno di CollettivO CineticO nell’ambito del progetto IPERCINETICO, supportER – progetto di sostegno per giovani autori della Rete Anticorpi Emilia-Romagna, L’arboreto – Teatro Dimora e Teatro Petrella nell’ambito di “Vorrei fare con te quello che la primavera con i ciliegi”
con il supporto di Collettivo Amigdala/ovestlab Teatro Comunale di Ferrara
residenze di ricerca AROUND A PROCESS OF MAKING – Marosi
residenza tecnica τέχνη – téchne 2023 – Lavanderia a Vapore
durata 15 minuti
(Ho una figlia, ma non sono sua madre.
E non abbiamo in comune nessuna parte del nostro corredo genetico. Sono io che le somiglio tantissimo.
Quando ci chiedono cosa siamo, noi non sappiamo cosa dire.
Ci guardiamo.
E sorridiamo.
Quel sorriso, è una parola segreta.)
DAUGHTERS parla letteralmente di questo.
È un’ouverture, è l’incipit di una storia: mi chiamo Teodora.
È un gesto semplice e assoluto: una figura, di spalle, si allontana.
Partendo da una questione privata, vorrei interrogare le forme che non hanno un nome, andando a deflagrare il concetto di essere figlie.
È il il racconto di un legame familiare situato fuori dalla biologia.
Attraverso elementi di scrittura coreografica e letteraria, mette in discussione la concezione univoca dell’essere figlie, e riflette su relazioni a cui manca ancora la definizione: ciò che rimane scoperto da una parola.
La ricerca indaga il rapporto tra scrittura e danza. Non solo due linguaggi, ma anche due corpi, trattati come materia. Esplora i bordi tra l’aspetto visivo della parola e il suo corpo non umano, col suo potenziale coreografico.
Il corpo umano non è protagonista assoluto. La figura è in bilico tra l!apparizione e la sparizione, ma si espone come superficie abitabile.
Offre una vita, una via.
Tutto è teso verso un punto di convergenza: il movimento nello sguardo di chi osserva da fuori e corre dal corpo alla parola alla sua figurazione, in un andare e venire.
ph. Amedeo Benestante