L’esperienza di Vibes#3 ci ha regalato la possibilità di confrontarci con la danza contemporanea da protagonisti. La scelta di portare il progetto in scena nella piazza centrale di Ravenna ha concesso ai partecipanti l’opportunità di entrare in un vero e proprio mosaico storico in movimento. Inoltre, schermati dalle cuffie che dettavano i movimenti da seguire e dal folto numero di persone che vi partecipavano, è venuto a crearsi un momento di grande libertà espressiva, senza il classico imbarazzo che un principiante potrebbe vivere nello sperimentarsi in una danza davanti ad un vasto pubblico cittadino.
La testimonianza di Luca, uno dei tanti affezionati spettatori del Festival protagonisti della performance partecipata, è rappresentativa degli entusiasti commenti condivisi da quanti hanno preso parte al progetto.
VIBES#3 è un dialogo tra corpi e architetture urbane, una creazione sviluppata dall’artista del movimento Masako Matsushita e l’artista del taiko e compositore Mugen Yahiro che è stata accolta in Piazza del Popolo.
Armati di smartphone e cuffiette – da cui si ricevono le indicazioni audio della coreografa e particolari suggestioni sonore – e di grande slancio nell’intraprendere un percorso insolito, le 50 persone partecipanti, tra allieve di scuole di danza, spettatori e spettatrici, hanno sperimentato tramite una partitura coreografica adatta a tutti questa pratica immersiva, individuale e collettiva.
Un’esperienza che ha visto diventare una delle piazze più importanti della città uno spazio di libertà espressiva che ha nutrito o riacceso la creatività dei singoli partecipanti e ha permesso loro, così come al pubblico più eterogeneo, dal fedele spettatore al passante più distratto, di farsi assalire dal senso di meraviglia nell’abitare e immaginare uno dei luoghi della loro quotidianità in modi nuovi e inaspettati.
Un progetto inclusivo che ha mostrato la danza come una pratica accessibile a tutti, sviluppatosi attraverso incontri con l’artista che hanno condotto il nutrito gruppo di iscritti alla ‘danza collettiva’ finale.
ph. Dario Bonazza