Edizione 2015

Velocità 1

La Velocità 1, nei laboratori CorpoGiochi, è l’energia essenziale che evita la dispersione. Arriva dopo il silenzio dello 0. Apre lo sguardo e non si pone obiettivi, traguardi. Vive semplicemente il momento nella sua pienezza. È la velocità che ti permette di orientarti nel caos, di sentire il corpo, di sentire il mondo. È la velocità che ti permette l’ascolto, evita le distrazioni, i rumori, il chiacchiericcio, il giudizio; evita il passato e il futuro, entra con profondità nel presente e nello spazio.
Si fa presente.
Velocità 1 permette di percepire il pericolo e di trovare altre soluzioni, è una consapevolezza dinamica ma radicata, centrata su se stessa. È il corpo flessibile, non irrigidito dalla corazza, quello che sa accogliere teneramente la sua fragilità e la trasforma in forza.
Ammutinamenti, quest’anno, sceglie la Velocità 1 come ritmo esistenziale e poetico per le sue narrazioni corporee. Resta nella Darsena, ma ritorna anche dentro la città, nel centro, in quello spazio che è stato teatro delle prime invasioni di danza urbana, più di vent’anni fa, con azione estetiche di disturbo, prospettive altre, antinomie, slittamenti di senso e significati di corpi che, danzando, trasformavano tutto.
Adesso per Ammutinamenti non esistono più centri e periferie, ma relazioni tra spazi e corpi, esperienze, sentimenti, affetti e luoghi da raccontare di nuovo, da rivedere con un altro sguardo.
La Velocità 1 è quella delle piante pioniere che crescono a sorpresa tra gli interstizi di un marciapiede del giardino planetario che è il mondo e nutrono il terreno povero e avvelenato, aprendo l’orizzonte ad altre piante in futuro. Quelle piante pioniere non si interrogano: fanno il loro lavoro. Saldamente insediate sono portatrici del cambiamento permanente, di un’entropia che apre il campo a mille possibilità. Indecifrabili in fondo, ma intensamente vive. Adesso è la vita dell’ecosistema città a dover essere raccontata, l’economia naturale del non dispendio, della bellezza del gesto minimo, della profondità dello sguardo, dell’apertura del corpo che si fa innesto di emozioni e trascrive con una grafia gentile i luoghi, li nutre, li rende liberi, ascolta i loro rumori, i suoni delle voci che li animano, accoglie il rumore dei passi e dei corpi che si sfiorano e si intrecciano lievi.
Ammutinamenti è a Ravenna ma potrebbe essere in un’altra città, in Occidente e Oriente, nel nord o nel sud del mondo e continuare la stessa narrazione.

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