Edizione 2014

Noi siamo qui – Nuove generazioni

Il Festival dai suoi esordi ha sempre promosso la parte più giovane e innovativa delle arti performative e quest’anno il focus è ancora più sui giovani: coreografi e danzatori giovani e giovanissimi, ma anche scouting, promozione e formazione inclusiva attraverso progetti site specific e partnership con le realtà più innovative e sperimentali italiane.  
Ammutinamenti 2014, in contemporanea con il ventennale di attività dell’Associazione Cantieri, racconta quindi se stesso, il suo percorso, la sua storia, tracciando una mappa emotiva costruita attraverso anni di relazioni e dilatazioni, ma aprendosi anche e soprattutto al futuro, ai nuovi orientamenti, alle intuizioni più giovani, agli sguardi e ai corpi tesi a  decodificare un’altra visione e fruizione dei luoghi urbani, degli spazi, dei territori. Ad inventare, o ritrovare, un’altra rete di relazioni, di essere e agire nel mondo. A partire dalla scuola, a partire dall’imparare a guardare e ad essere guardati, dall’ascolto del proprio corpo e di quello degli altri,  a partire dal rispetto per la propria, a volte inedita, bellezza e dei limiti e dei confini che, solo se accettati, possono essere superati. 
È una nuova visione che passa attraverso la decifrazione del proprio passato e affonda lo sguardo su quello che sta per venire, attraverso gli azzardi e le connessioni inedite alle quali le arti performative, nelle declinazioni più coraggiose, tendono fatalmente per status genetico. 
È in qualche modo un Festival – Manifesto di necessità, vocazioni e intenzioni che si sono evolute nel corso degli anni e hanno cambiato gradualmente la morfologia e la percezione di uno spazio, esteriore, fisico, ma anche e soprattutto emotivo e sensoriale, creando differenti cartografie, promuovendo talenti, indicando direzioni e approcci inediti e trasversali: un futuro necessario che si racconta e disegna un orizzonte aperto attraverso nuovi sguardi e nuovi corpi.
La sua è stata una prospettiva obliqua che ha abituato a vedere e a vivere la relazione con la città attraverso altre strategie, altre intenzioni, altre suggestioni; è stata in qualche modo una scuola di pensiero su come vivere un luogo in altro modo e sulle possibilità di relazione tra esseri umani, per strada, a casa, al lavoro, colonizzando con pensieri diversi territori inospitali e dandogli un’altra vita, con i corpi ma anche con la disciplina coraggiosa che esige ogni assunzione di responsabilità estetica sul mondo.  

Programma in pdf