IL PROGETTO

CorpoGiochi è una delle direzioni di ricerca di Cantieri Danza nell’ambito della formazione. Coinvolge un pubblico vasto dall’infanzia all’adolescenza fino all’età adulta, dialogando con i cittadini più giovani, le scuole, le famiglie e artisti e stimolando processi di collaborazione e partecipazione sociale e culturale attraverso momenti di public audience.

CorpoGiochi è un metodo originale di formazione all’esperienza corporea ideato da Monica Francia che propone laboratori all’interno degli istituti scolastici e rivolti a cittadini dai 3 anni in su, nell’ottica di offrire alla comunità strumenti sempre più innovativi per la costante ricerca del benessere e della qualità di vita culturale e avvicinare all’arte piccoli e grandi, oltre ad attivare un processo di emancipazione dei pubblici attuali e futuri.

 

CORPOGIOCHI – UN’ AVVENTURA PERCETTIVA
Non mi riconosco nella lingua italiana, come in nessun’altra lingua scritta e orale.
Non è il mio mezzo di comunicazione. 
Per rimanere sul piano del discorso umano mi infilo nelle sue strutture, come ho fatto per scrivere questa introduzione.
Ho però creato piccole interferenze, che noterete.
Il punto non è una femminilizzazione della lingua.
Si toglie il referente maschile, ma non è cancellazione: sposta le strutture della lingua.
È un lavoro sul binarismo, una fuoriuscita dai generi per inventare una nuova lingua e radicalizzare il modo in cui scriviamo. Genera in chi legge uno spostamento, uno stupore che apre ad altre percezioni. Per scrivere di questa avventura era necessario modificare il mezzo stesso. 

CorpoGiochi® non fa parte di una realtà statica e monolitica, ma di un insieme vagante, mutevole e imprevedibile, ed è proprio grazie a questa sua intrinseca ecletticità che da oltre 20 anni si diffonde e si evolve, mantenendo invariato il fine artistico e sociale che ha dato luce all’idea. 
Da ottobre 2021 a giugno 2022 sono stati realizzati 72 laboratori esperienziali nelle Scuole dell’Infanzia, Primarie e Secondarie di primo grado. 
È stato un grande privilegio per noi ‘Antenne’ (Conduttore del metodo CorpoGiochi®) entrare come ‘Esperte’ nelle aule per condurre i laboratori in presenza durante un tempo scolastico ancora normato dal divieto di vicinanza e di contatto tra i corpi e con l’obbligo di indossare la mascherina. 
Questo è stato ancora possibile grazie alla tenacia e all’entusiasmo di molte insegnanti che hanno chiesto di attivare il laboratorio per la loro classe e soprattutto per la fiducia nel progetto che hanno dimostrato, superando ogni difficoltà per realizzarlo, valorizzandolo come ogni altra disciplina scolastica*. 

Riflettendo sull’esito di questo terzo anno di sperimentazione della rimodulazione di questa progettualità, messa in campo surfando tra regole, distanziamenti e mascherine, mi sono accorta che lentamente ma inesorabilmente il linguaggio che risultava più adatto a coinvolgere e motivare bambine e ragazze ad intraprendere questa esperienza che richiede una messa in gioco molto emozionante è stato di presentarla come un’Avventura percettiva
Avventura è la tensione verso esperienze inedite, eccezionali. 
Avventura è bisogno del nuovo, dell’imprevisto.
È anche scegliere di mettersi alla prova con le emozioni della paura e della vergogna.
Proporre alle studente un viaggio avventuroso senza muoversi dall’aula, sedute ognuna nel confine del proprio banco, con buona parte del volto nascosta, può sembrare poco realizzabile: sembrano solo parole complicate. 
Essere nuove a scuola significa sperimentare/performare/agire un’avventura percettiva attraverso il corpo e il gioco per generare un cambiamento di comportamento in sé e nell’ambiente circostante. Intendo avventura come una possibilità di ampliare le sensibilità percettive e entrare in contatto con i propri limiti e con i comportamenti che quotidianamente performiamo, cercando costantemente di metterli in discussione per scardinarli.
Voglio fornire una cassetta degli attrezzi con strumenti alternativi all’ordinario. Strumenti efficaci nel modificare la percezione del sé ed il coinvolgimento nelle relazioni interpersonali, che pongono corporeità ed emozionalità al centro della relazione e costringono a mettersi in gioco. 
L’Antenna si presenta come un’allenatrice che gestisce il tempo in attività concatenate con estremo rigore. Questa drammaturgia relazionale contiene informazioni di tipo sensoriale, cinetico, sonoro e semantico che creano il percorso in cui si producono nuovi saperi corporei. 
Per me ogni incontro di laboratorio è un momento scenico, in cui tutte siamo sia performer sia spettatrici di noi stesse. Il valore artistico della ricerca sta nella complessità dell’esperienza, curata nei minimi dettagli, che può essere raccontata come una visita guidata all’interno del proprio corpo per osservare e dissestare gli schemi di movimento normativo e la sedentarietà percettiva. 
Più di 1500 studente dai 3 ai 13 anni hanno sperimentato l’avventura percettiva che il progetto propone, nonostante sia stato possibile allenarle usando solo lo spazio assegnato del banco e della sedia, il proprio posto in aula.
Ciò ha permesso di riposizionare il progetto esattamente dove e come è più necessario istituzionalizzandolo all’interno delle classi, dando quindi maggiore valenza all’aspetto curriculare degli incontri più che a quello considerato ricreativo perché realizzato in palestra. 

Alcune novità sperimentate nel 2022 che verranno messe in campo in futuro:
● nella Scuola dell’Infanzia, dove alcune delle limitazioni non sono previste per le bambine della stessa sezione, è stato possibile riproporre, tra pari, le attività che prevedono la prossimità e il contatto. Queste pratiche sono state per anni parti fondanti del metodo e sono ora rinominate CorpoGiochi – La giusta vicinanza
● un nuovo modulo della metodologia nominato CorpoGiochi – I choose game è stato sperimentato nel 2022 e sarà riproposto in futuro grazie alla collaborazione con Linea Rosa ODV. Nel novembre 2020 Monica Vodarich (vicepresidente di Linea Rosa) mi ha contattato per collaborare a un loro progetto. A partire da uno schema simile a quello del Gioco dell’Oca, la richiesta era quella di inventare un gioco da realizzare nelle classi in tempo di pandemia, utile alla sensibilizzazione e contrasto alla violenza, ideandone interamente attività e dinamiche. Nel 2021 ho iniziato la fase di ideazione delle attività da proporre, in sinergia con gli altri sviluppatori (Gerardo Lamattina e Monica Vodarich), per la produzione dei materiali di Gioco (a cura di Rosanna Lama), fino ad arrivare a fine 2021 alla descrizione definitiva delle 22 Carte/Attività. Con questo gioco di società si sperimenta a scuola, tramite la casualità del lancio di dadi, il superamento di una serie di prove finalizzate alla sensibilizzazione sul tema della violenza, senza mai citarla esplicitamente, ma dando modo a chi gioca di acquisire maggiore coscienza del proprio corpo e dei limiti che esso ha in relazione agli altri. 
Prima di proporlo a scuola il gioco è stato sperimentato con un gruppo di adulte selezionate tra un panel di esperte della formazione legate al mondo della scuola e delle tematiche di genere e di esperte Conduttore dei laboratori CorpoGiochi a scuola.

Il mio corpo è ancora esigente e ribelle e lo uso come uno strumento per indagare la realtà e le dinamiche relazionali, per praticare quotidianamente una ‘resistenza’ nel difendere e diffondere una concezione del mondo altra, continuando a progettare sistemi e situazioni per la trasformazione politica, artistica e personale attraverso pratiche corporee relazionali, esplorando diversi modi per attivare il ruolo degli spettatori, proponendo performance come eventi in cui pubblico e performer condividono la responsabilità della creazione, della percezione e della presenza, proponendo laboratori e momenti scenici come dispositivi collettivi di riprogrammazione, che attivano una nuova percezione. Continuo a definirmi una persona ribelle in crescita. 
“Non è facile essere ribelli sempre, ogni momento, in ogni atto della nostra vita. La ribellione consiste nel far aderire le tue idee ad ogni minimo gesto della tua vita. Non solo nel cervello, ma nelle braccia, nel corpo, nel modo di spostare una sedia, nel modo di parlare a chi ti guarda. Se le tue convinzioni e idee non diventano il tuo passo, il tuo tono di voce, il tuo sangue e la tua carne, sei un traditore pericoloso più dei conformisti o dei reazionari.”
Goliarda Sapienza 

Monica Francia